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ANTONIO VISCIONE, in arte VIAN (fondendo le iniziali del cognome e del nome), nasce a Napoli il 14 giugno 1918. La sua vena sospirosa avrebbe potuto ancor più arricchire il patrimonio canoro di Napoli, con gemme da incastonare vicino alla sua Luna Rossa, se un terribile male non lo avesse colto nella piena maturità artistica. Ingegno vivacissimo, dotato di forte comunicativa, era considerato uno dei più efficaci e rappresentativi artefici del nostro bel canto. Completati gli studi classici, si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia e successivamente collabora, come critico d'arte, con i giornali "Roma" e "La Repubblica". Fin da ragazzino sente forte la passione per la musica e comincia a suonare le sue prime composizioni sul pianoforte dell'albergo dei genitori. Questi ultimi però, desiderando per il figlio un avvenire solido e sicuro, ostacolarono fortemente i suoi desideri ed è per questo che egli, non potendo studiare pianoforte, ha composto e suonato da autodidatta, ad orecchio. La famiglia voleva fare di lui un dottore in medicina, ma Antonio, vocato com'era alla musica, approfittava dell'assenza dei genitori, impegnati nella gestione di un albergo, per martellare note su note sul pianoforte di casa. A diciott'anni compose la prima canzone: "Dormiveglia", su versi in italiano di Ciro Parente. Quando i genitori l'ascoltarono alla radio dal cantante Dalla, accompagnato dall'orchestra Mojetta, capirono che non avrebbero avuto mai un medico in casa, ma capirono anche che si trovavano al cospetto di un elegante ed estroso compositore. Faceva parte degli autori de "La Canzonetta" allorché la guerra interruppe la sua attività; alla ripresa, passato qualche anno, ebbe la sua più grande affermazione con la canzone "Luna Rossa", su versi di Vincenzo De Crescenzo. Fondò una casa editrice propria, l'A.B.C., e mise su spettacoli che vantavano cantanti e attori di primissimo piano e messe in scena ricche di gusto. E così, aiutandosi fischiettando e poi cercando sulla tastiera del piano le note esatte, compose i suoi celebri capolavori immortali "Luna Rossa" (tradotta in tutte le lingue, suonata anche a ritmo di Tam Tam), "Il Mare", "Suonno a Marechiaro", "Nisciuno", "Giuramento" e tante, tante altre, creando un repertorio sorprendentemente vasto e vario e collaborando con i più grandi artisti di quegli anni. La sua ultima canzone "Ma Pecchè?" la scrisse quando un male crudele, che lo avrebbe, portato alla morte, ne aveva già minato il fisico, ma non la mente, fervida e lucida, né l'ispirazione. Morì infatti a soli 48 anni il 22 giugno 1966. Abitò e compose per lungo tempo in via Giuseppe Pica, ove era l'albergo di famiglia a cui rimase comunque legato. Partecipò 2 volte al Festival di San Remo (1960 e 1961) e 14 volte al Festival di Napoli (dal 1952 al 1966) dove, fu sempre presente con belle canzoni e buoni piazzamenti. I SUCCESSI In dialetto: Luna Rossa (1950), Giuramento (1953), Balcone chiuso (1954), '0 Ritratto 'e Nanninella (1955), L'ultimo raggio 'e luna (1957), Comma all'onna (1958), Suonno a Marechiaro (1958), Senz'e te (1959), Sti 'mmane (1960), Settembre cu me (1961). In lingua: II Mare (1960). |
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Album Foto
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Dediche |
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Premi |
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Copielle |
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Le Copielle, ormai non più in uso, erano le partiture, con il testo e piano, delle canzoni. Esse venivano accuratamente realizzate dalle case editrici in quanto erano un'importante veicolo pubblicitario e le loro copertine erano vere e proprie "opere d'arte". Eccone alcuni esempi delle opere del maestro Vian... |
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